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L’Europa per l’IA nella Pubblica Amministrazione

Introduzione

L’intelligenza artificiale non è più una tecnologia del futuro: è già parte del presente. Dalle piattaforme di assistenza sanitaria alle applicazioni per la mobilità, dai servizi educativi alle analisi territoriali, l’AI sta entrando velocemente, in modo profondo, nelle nostre vite quotidiane. Anche la Pubblica amministrazione europea sta iniziando a farne sempre più uso, scoprendo che l’intelligenza artificiale può semplificare, connettere, prevedere.

Negli ultimi mesi la Commissione europea ha lanciato una serie di iniziative per sostenere questo passaggio. Tra queste, il recente bando “Apply AI: GenAI for the public administrations (Digital Europe), è uno dei segnali più forti della volontà di Bruxelles di rendere l’AI una leva concreta di innovazione per tutti gli enti pubblici.

 

L’Europa, l’IA, gli Enti locali e le Province

Le Province rappresentano un livello di governo strategico. Sono vocate alla pianificazione, sono vicine ai Comuni, conoscono i bisogni gli umori e le aspettative del territorio. Hanno funzioni ampie e impattano con temi che vanno dalla pianificazione alla mobilità, dall’ambiente al territorio, dall’educazione alle pari opportunità. In ciascuno di questi ambiti, l’intelligenza artificiale può introdurre un salto di qualità.

Pensiamo, per esempio, all’analisi dei dati e allo sviluppo di modelli predittivi funzionali ad anticipare decisioni strategiche e migliorare la distribuzione dei servizi. Pensiamo, ancora, alla comunicazione con i cittadini che può diventare più semplice con chatbot e assistenti virtuali basati su AI generativa

Dietro questi esempi c’è un’idea precisa: l’Intelligenza artificiale come ‘alleato silente’ della buona amministrazione. Non uno strumento di sostituzione, ma di potenziamento. Non una tecnologia da temere, ma una risorsa da governare.

 

La visione europea: un’AI etica, utile e pubblica

La Commissione europea ha scelto di promuovere un approccio strategico sul tema nel panorama mondiale: un’intelligenza artificiale “a misura d’uomo”, capace di innovare senza violare diritti fondamentali o principi democratici.
Con l’AI Act, approvato nel 2024, l’Europa ha definito le regole per un uso trasparente, responsabile e sicuro dell’AI. Essa, inoltre, ha messo in campo una strategia ampia, volta a unire politiche, fondi e reti di cooperazione.
Attraverso il programma Digital Europe, finanzia l’adozione di tecnologie AI nelle pubbliche amministrazioni; con Horizon Europe, sostiene la ricerca e la sperimentazione di nuovi modelli; con i fondi strutturali (FESR e FSE+), incoraggia le Regioni e le Province a tradurre l’innovazione in pratiche operative.
Il messaggio è chiaro: l’Europa vuole che l’intelligenza artificiale diventi una risorsa pubblica, al servizio della collettività.

 

Apply AI: la call che apre la strada

Tra le opportunità aperte recentemente, il bando “Apply AI: GenAI for the public administrations” rappresenta la misura più mirata a sostenere l’introduzione dell’AI nelle Istituzioni.
Con un budget complessivo di 21 milioni di euro, l’iniziativa ha inteso sostenere grandi progetti pilota che sperimenteranno soluzioni di intelligenza artificiale generativa nei processi amministrativi.

Gli ambiti possibili potranno essere diversi: l’assistenza ai cittadini, l’elaborazione automatica dei documenti, la gestione e l’analisi dei dati, la semplificazione delle norme o dei procedimenti. L’obiettivo è costruire modelli replicabili e sicuri, conformi all’AI Act e adattabili a diverse realtà amministrative, anche di piccole dimensioni.

Si tratta, in questi casi, di progetti importanti e complessi, di un valore indicativo tra 5 e 7 milioni di euro e con un contributo europeo che coprirà fino al 50% dei costi ammissibili.

Si tratta di finanziamenti, quindi, non sempre accessibili, ma che – come nella natura dei programmi europei e anche di Digital Europe – produrranno buone prassi ed esperienze che potranno poi essere acquisite e condivise.

È quindi importante seguire, si da subito, da vicino le esperienze che verranno finanziate, osservandole, studiandole e imparando dai risultati, utilizzando il know-how tecnico e organizzativo, gli strumenti e linee guida prodotti, partecipando ai processi pubblici europei di apprendimento che verranno generati.

In questo senso, l’AI può diventare davvero un alleato silente: invisibile, ma utile, discreto ma potente, capace di entrare gradualmente nei meccanismi amministrativi e di renderli più fluidi, più intelligenti, più vicini ai cittadini.

 

Come avvicinarsi all’AI con una prospettiva europea

L’esperienza dei programmi europei insegna che le opportunità si colgono quando si lavora in rete e si parte da una strategia chiara.

Per affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale in una prospettiva europea, la Provincia può muoversi lungo alcune direzioni pratiche:

  1. Costruire alleanze europee: cercare partner europei con obiettivi simili, coinvolgere università e centri di ricerca che possano offrire supporto scientifico, creare consorzi che uniscano competenze diverse.
  2. Investire nella formazione: preparare il personale a comprendere l’AI, non solo a usarla. Ogni innovazione sostenibile nasce dalla consapevolezza di chi la gestisce.
  3. Garantire etica e trasparenza: definire regole interne per l’uso dei dati e la validazione dei risultati, nel rispetto della privacy e dei principi dell’AI Act.
  4. Pensare alla replicabilità: un buon progetto europeo non è mai fine a se stesso. Deve generare un modello che altri enti possano adottare, amplificando l’impatto sul territorio.

 

Le Province, più di altri livelli istituzionali, possono farsi promotrici di una visione condivisa dell’innovazione pubblica. L’intelligenza artificiale non è un obiettivo in sé, ma uno strumento per rendere le politiche più intelligenti, i servizi più accessibili e le decisioni più fondate sui dati.
Attrarre direttamente fondi europei o seguire i progetti finanziati con fondi europei, ad es. Apply AI, significa entrare in un ecosistema europeo che unisce sperimentazione, etica e collaborazione tra territori.

Le opportunità europee sono quindi l’occasione per passare dall’osservazione all’azione, valorizzando i fondi europei – direttamente o indirettamente – come strumento per accompagnare l’introduzione consapevole dell’intelligenza artificiale nei propri processi.

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