Introduzione
Il 4 novembre 2025 la Commissione europea ha presentato il nuovo pacchetto sull’Allargamento, confermando che l’ingresso di nuovi Stati nell’Unione resta una priorità geopolitica e istituzionale.
L’Allargamento è una leva strategica per rafforzare sicurezza, stabilità economica, resilienza energetica e capacità decisionale dell’Europa in un contesto globale sempre più competitivo.
Paesi coinvolti
Il pacchetto 2025 valuta dieci potenziali partner: Montenegro, Serbia, Albania, Macedonia del Nord, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Ucraina, Moldova, Georgia e Turchia. Ognuno sta avanzando nel processo di adesione con velocità e difficoltà diverse, perché ogni percorso riflette condizioni interne, volontà politica e contesto geopolitico.
I Balcani occidentali restano la regione più avanzata nel processo, anche se persistono sfide su indipendenza della giustizia, lotta alla corruzione e riconciliazione regionale. L’Ucraina e la Moldova mostrano un’accelerazione significativa: la guerra e le tensioni regionali hanno rafforzato la determinazione a riformare istituzioni e sistemi pubblici. La Bosnia-Erzegovina ha compiuto passi avanti importanti, che ora devono essere consolidati. La Georgia vive una fase intermedia, con progressi ma anche segnali di incoerenza rispetto ai valori democratici europei. La Turchia, infine, resta partner strategico nella sicurezza e nella gestione migratoria, ma rimane distante dagli standard richiesti per l’adesione.
Un punto centrale emerge nettamente: l’Allargamento non procede per calendario, bensì per risultati. Chi dimostra di avanzare, avanza. Chi rallenta, per contro, non procede nel processo di adesione.
Che cosa prevede la Commissione
Il Pacchetto fornisce Raccomandazioni specifiche per ogni Paese, ma introduce un principio valido per tutti: “preparare gli aspiranti, preparare l’UE”.
L’allargamento prevede infatti una doppia trasformazione.
Da una parte, gli Stati candidati devono rafforzare lo stato di diritto, migliorare l’efficienza amministrativa, garantire diritti fondamentali, sostenere la crescita economica e promuovere inclusione.
Dall'altra, l’UE deve adattare governance, politiche di coesione e strumenti di finanziamento per essere pronta a integrarne di nuovi.
Ne deriva un’attenzione maggiore alla capacità amministrativa. Non è solo una questione di norme e leggi. È gestione quotidiana: bilanci trasparenti, uffici pubblici competenti, servizi digitali funzionali, partenariati territoriali efficaci. Riforme che producono effetti reali sulla qualità della vita. Quando quelle riforme maturano, aumentano anche le opportunità di partecipazione ai programmi europei e di collaborazione transfrontaliera.
Opportunità e sfide
L’Allargamento produce impatti positivi già oggi.
Grazie ai fondi IPA, lo strumento per la pre-adesione, molte città balcaniche, ad esempio, stanno digitalizzando uffici pubblici, migliorando i servizi ai cittadini, riqualificando spazi urbani e potenziando i sistemi di formazione professionale.
L’Ucraina, per citare un altro esempio, sta entrando in reti europee sull’educazione, costruendo nuove connessioni tra scuole tecniche, enti pubblici locali e imprese. Ciò crea una cultura amministrativa europea prima ancora dell’adesione formale.
La sfida resta significativa: riforme da consolidare, sistemi giudiziari da rafforzare, polarizzazioni politiche da governare, crescita economica da rendere inclusiva.
Tuttavia, il percorso di Allargamento rimane uno dei motori più efficaci di modernizzazione istituzionale e sviluppo territoriale nel continente. Quando funziona, produce fiducia, stabilità, prospettive per i giovani e investimenti esteri.
Connessione con territori e Province italiane
Che cosa può significar tutto questo per le Province e per i territori italiani.
In primo luogo, si aprono nuove prospettive di cooperazione istituzionale. Province e Comuni possono sviluppare, con sempre maggiore facilità, reti di scambio e apprendimenti reciproci con territori dei Paesi candidati, costruendo progetti su mobilità sostenibile, competenze digitali, sviluppo locale, transizione verde, inclusione e servizi di prossimità.
In secondo luogo, la Commissione insiste sulla necessità di rafforzare la capacità amministrativa, e questo mette al centro gli enti intermedi. Le Province possono agire come hub territoriali per la formazione della PA, il supporto ai Comuni, l'innovazione organizzativa e la governance partecipativa. In fasi come questa, preparare competenze e strumenti amministrativi diventa un vantaggio competitivo.
Infine, con il progressivo ingresso dei Paesi candidati nei programmi europei, aumentano le occasioni di co-progettazione, gemellaggi istituzionali, partenariati educativi e iniziative di sviluppo condiviso.
L’Allargamento, in altri termini, può sembrare lontano, anche se, invece, comincia proprio dai territori. E le Province, in questo senso, hanno l'opportunità di fungere da ponte, facilitatore e motore di cooperazione.