Dopo la stipula dell’ipotesi del CCNL Funzioni Locali avvenuta in data 3 novembre scorso, iniziamo gli approfondimenti su alcuni istituti alla luce della successiva sottoscrizione, l’11 novembre, dell’ipotesi di CCNL dell’Area delle Funzioni locali per il triennio 2022-2024. Un rinnovo atteso, definito in tempi rapidi e che, pur in continuità con il contratto precedente, introduce diverse novità sia sul piano delle relazioni sindacali sia su quello economico. Anche in questo caso, come già avvenuto per il comparto, la FP CGIL non ha sottoscritto il testo.
1. Una struttura contrattuale a quattro sezioni
Il CCNL mantiene l’impostazione a quattro parti: una sezione comune ai dirigenti e tre sezioni specifiche dedicate rispettivamente ai dirigenti delle Regioni ed Autonomie locali, ai dirigenti del SSN e ai segretari comunali e provinciali. Molte delle innovazioni introdotte ricalcano quelle già viste nel contratto del comparto, con l’obiettivo di rendere coerenti i due testi anche in termini di istituti e procedure.
2. Relazioni sindacali: nuove materie e maggiore strutturazione del confronto
Sul piano delle relazioni sindacali, nella parte comune due sono le principali novità:
Per la sezione dei dirigenti RAL si amplia l’elenco delle materie oggetto di confronto e contrattazione, con l’introduzione delle politiche di age management, delle misure di prevenzione delle aggressioni sul lavoro, dei criteri per l’accesso al lavoro agile e della definizione degli incentivi tecnici previsti dal d.lgs. 36/2023. Interessante la previsione secondo cui tali criteri si applicano anche ai segretari comunali e provinciali, ampliando lo spettro dei destinatari.
3. Norme comuni: patrocinio legale, age management e micro-correttivi
Dal punto di vista normativo, l’ipotesi non introduce stravolgimenti ma consolida e aggiorna discipline già note. Una delle novità più rilevanti è il patrocinio legale in caso di aggressioni da parte di terzi: l’ente assume gli oneri di difesa e può costituirsi parte civile, oltre a prevedere forme di supporto psicologico. Altra innovazione è l’esplicita previsione di politiche di age management: valorizzazione delle competenze dei dirigenti senior, affiancamento dei neoassunti, flessibilità organizzativa e prevenzione dell’obsolescenza delle competenze. Si tratta di una norma programmatica che dovrà trovare concretezza in sede di contrattazione integrativa.
La riscrittura della disciplina del preavviso semplifica la decorrenza dei termini e consente l’utilizzo delle ferie durante tale periodo. Si interviene poi su ferie, congedi, welfare integrativo e monitoraggi, con una serie di aggiustamenti che rendono il quadro più aderente alle pratiche organizzative attuali.
4. La leva economica: incrementi e fondi
Sul piano economico, anche per i dirigenti valgono le logiche già applicate al comparto: gli incrementi 2022-2023 sono considerati assorbiti dall’IVC, mentre dal 1° gennaio 2024 arriva un aumento del tabellare pari a 230 euro mensili, equivalente al 6,36%. A ciò si aggiunge un incremento della retribuzione di posizione pari a 1.792,44 euro, con conseguente riallineamento dei valori minimi e massimi. Il fondo per la retribuzione di posizione e risultato cresce del 3,05% del monte salari 2021, con possibilità di incrementare la parte variabile dello 0,22%.
Per i segretari comunali e provinciali gli aumenti sono analoghi per le fasce A e B e differenziati per la fascia C. Novità anche sulla retribuzione di posizione, con maggiori margini nei comuni capoluogo delle città metropolitane, e sulla retribuzione di risultato, che può salire fino al 20% in presenza di particolari condizioni organizzative o emergenziali. Le nuove risorse (0,80% + 0,22%) destinate a risultato o welfare costituiscono una leva utile per rispettare il limite del 10% del monte salari senza penalizzare la premialità.
5. Uno sguardo d’insieme
Il nuovo CCNL non si presenta come una riforma radicale, ma come un testo che tende a riallineare, aggiornare e in alcuni punti rafforzare la cornice regolatoria della dirigenza locale. L’interesse principale riguarda l’integrazione con il contratto del comparto, l’attenzione alle politiche generazionali e la ridefinizione dei meccanismi economici, elementi che avranno ricadute dirette sull’attività degli enti locali, in particolare sulle Province